Angelo

(testo e musica di Flavio Bonifacio)

Da sopra il suo bancone
lui guardava fuori
al mondo vario degli avventori
c’era lui con l’aria buia
si frugava dentro
navigare nel liquido trasparente

Resta ci ricordiamo dell’Africa nera
Resta e ci parliamo di lei

E poi versava da bere
e guardava loro
mescolare tante storie nel bicchiere
e si stupiva ancora
per quello che era
tramortito da una fiore del male

Foglie, già non sono che foglie
che scendono
Foglie, di una vita che va

Aggirava i tavoli
come un trampoliere,
agguantava i vuoti con mestiere
Puliva banco e vita,
e scivolava via
sospesa nel suo sex appeal di maniera

Resta ci ricordiamo di quell’altra sera,
Resta e ci burliamo di noi

Poco per volta usciva
se ne andava via
ogni storia appesa a quella gente
Sulle sedie capovolte
Sopra il silenzio
un condensato di voglia di peccato

Voglie, già non sono che voglie
che scemano
Voglie per una vita più blu

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